Tra gli argomenti più controversi degli ultimi mesi c’è l’utilizzo dell’IA in campo artistico. Che si tratti di disegno, generazione di contenuti multimediali o creazione di canzoni, l’intelligenza artificiale sta trovando un sempre maggiore impiego, e questo ha già generato tantissime polemiche in merito alla questione.
Qualcuno forse ricorderà la recente insurrezione dei disegnatori contro l’intelligenza artificiale avvenuta pochi mesi fa. I professionisti di settore, infatti, avevano chiesto regolamentazioni più severe per le opere generate dagli algoritmi, con vere e proprie restrizioni e sanzioni per le numerose violazioni di copyright perpetrate ai loro danni.
Il problema dell’utilizzo dell’IA in campo artistico però non si è fermato li. Oggi, perfino Brian May (chitarrista dei Queen), si è detto seriamente preoccupato dalla diffusione di questi programmi capaci di generare contenuti con la stessa creatività di un essere umano. Secondo la sua modesta opinione (ricordiamo che lui è laureato in astrofisica), fra qualche anno sarà praticamente impossibile distinguere la mano dell’uomo da quella delle intelligenze artificiali.
Parlando nello specifico del suo settore di competenza, ad esempio, ha asserito in un intervista che per il momento il futuro della musica è ancora nebuloso, proprio a causa dell’espansione di questi nuovi sistemi super intelligenti. Già ora è difficile distinguere con chiarezza un prodotto genuino da uno “confezionato con un pc”, chissà quanto tale differenza si assottiglierà ulteriormente nei prossimi anni.
A suo dire, il problema è talmente grave che il 2023 potrebbe essere a tutti gli effetti l’ultimo anno in cui si potrà asserire con certezza di aver avuto produzioni interamente umane.
Sempre durante la sopra citata intervista, lo stesso May ha espresso la sua personale opinione riguardo la diffusione dell’intelligenza artificiale anche oltre il campo artistico. Pur riconoscendo che l’IA è un ottimo mezzo per aiutare gli umani a risolvere i problemi, c’è da stare all’erta nel momento in cui essa verrà implementata in ambiti politici e militari.
Nella musica si possono certamente violare i diritti e le proprietà artistiche, ma quando si parla di sicurezza nazionale il discorso cambia e potrebbero venire messe in gioco tantissime vite. Serve dunque un giusto equilibrio, regolamentato a dovere affinché l’IA possa rivelarsi utile senza danneggiare nessuno.
Voi cosa ne pensate? Ritenente che tali software pensati costituiscano una reale minaccia per gli artisti del futuro o potrebbero invece facilitare il loro lavoro?