Molti di voi l’avranno probabilmente già divorata, si tratta di Squid Game la serie TV coreana che circa un mese fa ha spopolato su Netflix facendo registrare numeri da capogiro. I dati fino ad ora raccolti la pongono al terzo posto tra le serie più viste sulle piattaforma di streaming, dietro soltanto a Lupin e La Casa di Carta.
Uscita il 17 settembre scorso, Squid Game ha spopolato in tutto il mondo. Nonostante i numeri precisi debbano ancora essere resi pubblici da Netflix, la risonanza mediatica che questa peculiare serie coreana ha avuto è stata indubbiamente d’impatto, arrivando nella Top 10 in ben 90 paesi.
La prima stagione è composta da 9 episodi e ricorda piuttosto da vicino grandi successi come Battle Royale e The Hunger Games. L’incipit è simile a quelli dei titoli sopra citati con 456 concorrenti, appartenenti a classi sociali diverse, intrappolati in un luogo ignoto e costretti a sfidarsi a vicenda.
Le gare sono in realtà giochi per bambini che, tuttavia prevedono la morte degli sconfitti. In premio vi sono 45,6 miliardi di won (circa 40 milioni di dollari americani). Il protagonista è Gi-hun (interpretato da Lee Jung-jae), il quale, proprio come nei più classici film del genere, vuole interrompere questo perverso ciclo ribellandosi al sistema.
Detta così può sembrare l’ennesima riproposizione di un tema cinematografico ormai trito e ritrito, però Squid Game riesce lo stesso a coinvolgere gli spettatori, facendoli appassionare alle vicende narrate. L’empatia verso i protagonisti è palpabile e le scene cruente non si risparmiano creando un mix a quanto pare vincente.
I fan di Squid Game hanno chiesto a gran voce il rinnovo per una seconda stagione, ma il colosso dello streaming non ha ancora rivelato le proprie intenzioni in merito. Non si faranno spoiler qui, ma sembra che alla fine 9 episodi trasmessi potrebbero tranquillamente seguire altre vicende.
Una recente intervista al creatore Hwang Dong-hyuk, ha però smorzato un po’ l’entusiasmo di chi sperava di immergersi ancora nella narrazione cruenta e coinvolgente della serie coreana. Il regista ha infatti dichiarato che girare la prima stagione è stato particolarmente stressante e impegnativo, per questo al momento non ha progetti per un seguito.
Tuttavia non si tratta di una possibilità che esclude a priori, anche se ha tenuto a sottolineare che se mai Netflix dovesse commissionargli un sequel, questa volta si affiderebbe ad un team di writers professionisti, in modo da alleggerire il carico di lavoro e gli impegni. Le speranze non sono ancora del tutto perdute quindi, non resta che attendere la decisione del colosso dello streaming!