
Da pochi giorni Matrix Resurrection è disponibile nei cinema italiani. L’atteso ritorno sul grande schermo di Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss sta facendo impazzire i fan di vecchia data, nostalgici del primo film della saga (considerato da molti il migliore della trilogia originale). Tuttavia, il lungometraggio si è distinto molto anche in Giappone.
Premesso che in questo articolo non verranno fatti spoiler di alcun genere, è interessante vedere come tra i sostenitori di Matrix Resurrection si possano annoverare anche due dei più grandi autori giapponesi: Hideo Kojima, visionario game director di titoli come Metal Gear Solid e Death Stranding, e Mamoru Oshii, regista di Ghost in the Shell.
Nel Sol Levante, infatti, gli spettatori hanno già potuto apprezzare l’ultimo sforzo di Lana Wachowski (che questa volta si è occupata da sola della regia, senza l’aiuto della sorella) uscito il 17 dicembre scorso. I due illustri autori hanno espresso pareri estremamente favorevoli verso il nuovo film della saga cyberpunk più amata del cinema.
Mamoru Oshii si è così pronunciato: "Ho pensato che fosse un ritorno alle radici di The Matrix. Sono stato anche piacevolmente colpito da come lo stile di ripresa non sia cambiato, nemmeno dopo tutti questi anni. Ho, inoltre, apprezzato il motivo (ben giustificato e descritto) per cui Keanu e Carrie-Anne sono stati scelti nuovamente come protagonisti; senza di loro sarebbe crollato tutto. Per tutti coloro che li hanno sempre voluti vedere in un altro film di Matrix: questo film è senza dubbio per voi!".
Perfino Hideo Kojima, noto per il suo metodo narrativo non sempre lineare e scontato, ha molto apprezzato la pellicola, asserendo che: “Questo film non è un sequel, né un remake o un prequel. È un racconto ambizioso che punta a tornare alle radici di The Matrix, il monumentale sci-fi che confondeva le linee tra realtà e finzione (appunto il "Matrix"). Matrix Resurrection non solo collega il mondo reale e quello della simulazione fittizia, ma si lega ulteriormente allo strato metatestuale della trilogia originale. Pillola rossa o pillola blu? Attraverso la scelta finale del salvatore, si può evincere la vera intenzione di Lana Wachowski nel dirigere una versione 'moderna' del capolavoro sviluppato anni orsono”.
Quelli citati, tuttavia, non sono gli unici nomi di prestigio che in Giappone sono rimasti abbagliati dall’impatto del lungometraggio. Il regista di Redline, Takeshi Kioke ad esempio lo ha definito “pieno di sorprese”, mentre Mahiro Maeda (uno dei registi di Evangelion 3.33), l’ha approvato sottolineando come sia il “degno successore della saga, e un’evoluzione adeguata del franchise”.
Insomma, le premesse sembrano essere buone. Voi cosa ne pensate? Lo avete già visto? Diteci la vostra nei commenti!