A Roma ha da poco preso il via una mostra dedicata a Virginia Woolf e ai Giovani di Bloomsbury. L’importante evento è partito il 26 ottobre scorso e continuerà fino al 12 febbraio 2023 tra le mura dello splendido Palazzo Altemps, sotto la supervisione della curatrice Nadia Fusini.
Il nome completo della mostra ” Virginia Woolf e Bloomsbury. Inventing Life” non è stato scelto a caso, poiché il percorso è stato studiato in modo da accompagnare il visitatore attraverso le tappe importanti che hanno portato i grandi uomini e donne dell’epoca a riscrivere e inventare un nuovo modo di vivere.
Virginia, insieme ai fratelli Vanessa, Thoby e Adrian, si trasferisce nel quartiere di Bloomsbury nel 1904. Già a partire dall’anno dopo la sua casa diventa la sede di incontri tra intellettuali, artisti e altre figure che contribuiranno a forgiare metodi di pensiero innovativi e coraggiosi, con lo scopo di distaccarsi dai canoni vittoriani che fino a quel momento avevano determinato usi e costumi della società britannica.
Il progetto è frutto della stretta collaborazione tra il Museo Nazionale Romano, la casa editrice Electa, e la National Portrait Gallery di Londra. Questi enti hanno costruito un viaggio unico per i visitatori interessanti a conoscere l’evoluzione di tale pensiero, scegliendo come location uno dei luoghi della Capitale più noti del ‘900 (che ha addirittura ospitato le nozze di Gabriele d’Annunzio nel 1883).
Riprendendo il concetto espresso dalla stessa Virginia Woolf di cinque spazi segreti e protetti in cui forgiare la propria identità e libertà, anche la mostra è stata suddivisa in cinque ambienti tematici. Nella prima sala sarà possibile conoscere i vari personaggi di spicco che hanno frequentato Bloomsbury all’epoca, attraverso scatti originali prestati dalla stessa galleria londinese.
La terza stanza è dedicata a Virginia e al marito Leonard i quali fondarono la loro casa editrice nel 1915 dopo aver preso la decisione di acquistare una pressa per poter stampare i componimenti dei propri colleghi.
La quarta sala racconta invece di Roger Fry, noto critico d’arte dell’epoca ed esponente dell’Impressionismo. È a lui che si deve l’arrivo di numerose opere di artisti francesi a Londra, come ad esempio: ventuno Cézanne, trentasette Gauguin, venti Van Gogh, tra cui i girasoli, e ancora Picasso e Matisse.
Sempre sotto la supervisione di Fry, viene fondata nel 1913 una bottega in cui gli artisti potevano creare in maniera anonima delle opere d’arte capaci di portare gioia e bellezza nel mondo. Purtroppo tale esperimento dura solo sei anni a causa dello scoppio del primo conflitto mondiale. L’ultima sala si focalizza proprio su quest’ultimo periodo dei “giovani di Bloomsbury”.