
Il museo Ghibli si trova nella città di Mikata ed è gestito dalla Tokuma Memorial Cultural Foundation for Animation (un’organizzazione familiare guidata niente meno che dal maestro Hayao Miyazaki in persona). Tuttavia, a causa di diverse vicissitudini la struttura era a rischio di chiusura, ma un progetto di crowdfunding è riuscito a salvarla.
Sono stati anni duri per tutti quelli appena trascorsi, con il Covid-19 che ha limitato e interrotto gli spostamenti dei turisti in tutto il mondo. La precaria situazione disegnata dalla pandemia globale ha lasciato in difficoltà molte località che vivono di turismo e nemmeno il noto museo Ghibli (dedicato ai lavori di animazione di Hayao Miyazaki) è stato risparmiato dalla crisi.
La struttura si è ritrovata in serie difficoltà economiche e ha corso il concreto rischio di venire chiusa definitivamente. Il 15 giugno 2021, però, dopo una votazione avvenuta a fine maggio all’interno dell’amministrazione municipale di Mikata, è stato dato il via libera per indire una campagna di crowdfunding con lo scopo di aiutare il museo a ripartire.
L’obiettivo inziale era di 10 milioni di yen (all’incirca 78.000 euro), ma con grande stupore di tutti è stato raggiunto e raddoppiato in meno di cinque giorni dall’apertura delle donazioni. I cittadini giapponesi hanno risposto in massa e con enorme affetto da tutto lo Stato, arrivando ad accumulare una somma di 22,5 milioni di yen (circa 180.000 euro).
La città di Mikata ha dato il via libera affinché le donazioni potessero essere ricevute anche da cittadini esteri non residenti in Giappone. Attualmente, la somma raccolta è di 34 milioni di yen (circa 270.000 euro) con nuove donazioni che arrivano ogni giorno. È stato quindi deciso che la cifra in eccesso rispetto agli obiettivi iniziali verrà devoluta all’organizzazione che gestisce il museo, allo scopo di promuovere altre iniziative.
È importante sottolineare che il programma governativo giapponese su cui è stata basata la campagna di crowdfunding per salvare il museo Ghibli, prevede anche una sorta di riconoscimento per chi ha partecipato. Chiunque abbia contribuito con una cifra di almeno 5.000 yen (circa 39 euro), riceverà una cartolina di ringraziamento e, in alcuni casi anche con beni e merchandise.
Sfortunatamente la campagna non è accessibile per quei cittadini che risiedono in paesi in cui è in vigore il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (RGPD) istituito nel 2016, quindi l’Italia rimane esclusa insieme al resto dell’Unione Europea e alla Cina.