Holly e Benji è uno dei cartoni animati degli anni’ 80 che hanno segnato un’epoca. Molti over trenta di oggi ricordano con nostalgia le avventure dei due calciatori fuori classe, che li hanno tenuti incollati allo schermo nei lunghi pomeriggi dopo la scuola. Ma quel è il segreto del suo successo? Perché in tanti si sono appassionati alle peripezie calcistiche di due ragazzi delle elementari?
Il manga originale di Holly e Benji, il cui nome è “Capitan Tsubasa”, è stato scritto e disegnato da Yōichi Takahashi nel 1981. In Giappone riceve un adattamento anime fra il 1983 e il 1986, che riscuote un grande successo dalla critica, nonostante le numerose differenze col fumetto (resesi necessarie per le tempistiche narrative diverse). In Italia questo cartone animato destinato a diventare un cult, arriva solo nel 1986 con una localizzazione quasi totale dei nomi (come era solito fare in quell’epoca).
Oliver Hutton “Holly”, è il protagonista principale. Si tratta di un ragazzino particolarmente portato per il gioco del calcio, appena trasferitosi nella cittadina di Fujisawa. Qui si trova a dover scegliere quale delle due scuole frequentare: la Newppy (pubblica) o la St. Francis (privata). Entrambe hanno un club di calcio, ma dopo un incontro con i giocatori dell’una e dell’altra, Holly decide per la prima.
Il suo obiettivo è quello di sfidare e battere Benji Price, il portiere della St. Francis, ritenuto da tutti praticamente imbattibile. La prima parte dell’anime si focalizza proprio sulla sfida fra i due ragazzi, che da rivali accaniti, saranno poi destinati a diventare grandi amici nel corso degli anni (oltre che compagni di squadra).
Il successo di Holly e Benji in Italia è stato rapido e molto impattante. Il motivo principale di un’affermazione così massiccia, è da imputarsi probabilmente al fatto che il calcio è lo sport nazionale più seguito in assoluto. Avere un cartone animato ad esso dedicato ha fatto presa su tutti i bambini dell’epoca, che hanno abbracciato questo sport con amore e grande passione per imitare i loro idoli (sia reali che fittizi).
L’anime ha il pregio di avere una storia godibile, semplice da seguire, che riesce a coinvolgere facilmente gli spettatori di qualunque età. Non mancano nemmeno i tratti caratteristici dello spokon (genere di manga ambientato nel mondo dello sport), con acrobazie, tiri speciali e corse su di un campo pressoché infinito (quanti meme divertenti sono stati fatti sul campo a forma di collina di Holly e Benji?).