Secondo alcuni divulgatori scientifici, in futuro potrebbe essere necessario regolamentare le IA, affinché non superino un pericoloso confine etico. Ciò servirebbe per tutelare il pensiero umano evitando il verificarsi di quello che in molti hanno definito come un “hacking della mente” da parte delle intelligenze artificiali.
L’avvertimento giunge in particolare da un noto autore di bestsellers israeliano. Il professore Yuval Noah Harari, durante un’intervista, ha espresso la sua preoccupazione per le possibili implicazioni del massiccio sfruttamento delle IA da parte dell’essere umano.
Non stiamo parlando del cliché della fantascienza in cui intelligenze artificiali malvagie voglio dominare il mondo, tipo Skynet, ma della concreta possibilità che alcuni algoritmi possano rimpiazzare determinati ragionamenti. Se l’obiezione del divulgatore sembra ancora semplice paranoia, si possono già trovare alcuni esempi concreti nella nostra vita quotidiana.
Guardando Netflix, ad esempio, è un algoritmo che ci suggerisce quali film guardare (scegliendoli in base alle preferenze espresse in precedenza), oppure anche mentre si fanno acquisti su Amazon vengono impiegati i medesimi meccanismi per suggerire prodotti pertinenti.
Su scala più ampia, si può poi dire che siamo noi stessi a concedere senza preoccupazione i nostri dati personali alle grandi compagnie, che naturalmente li sfruttano per direzionare il nostro pensiero verso una determinata scelta (attenzione, non si sta parlando di complotti ma di semplici dati di fatto).
Pur essendo ora piuttosto velati e abilmente nascosti dietro semplici “consigli”, questi metodi sono il primo step verso un automazione del pensiero umano piuttosto rischiosa. Regolamentare le IA già da ora sarebbe dunque la soluzione migliore per evitare che in futuro esse possano influenzare la nostra scelta sul candidato da votare ad un elezione, su cosa studiare all’università o su dove fare carriera.
Secondo Harari, la raccolta dei dati dovrebbe essere impiegata per scopi positivi. Una sorta di tacito accordo fra la persona che li concede e la compagnia che dovrebbe impiegare le informazioni raccolte al fine di migliorare la vita di tutti i cittadini.
Si potrebbero così risolvere i problemi del sistema sanitario, delle infrastrutture o dei governi. In concomitanza a ciò servirebbe una maggiore sorveglianza delle aziende che acquisiscono e distribuiscono i dati, in modo che esse non possano abusarne per scopi poco nobili.
Insomma, dopo un attento ragionamento la regolamentazione delle IA non sembra un’idea poi così bislacca, non credete? E voi cosa ne pensate? Un giorno saremo davvero governati dalle IA come nei più classici film distopici di fantascienza?