Black Widow è uscito da qualche settimana nei cinema riscuotendo un discreto successo, se si tiene conto del terribile periodo di pandemia in cui ha dovuto debuttare. Il lungometraggio dedicato alla Vedova Nera, infatti, si portava sulle spalle l’onere di rilanciare le riaperture delle sale con spettatori in presenza, ma qualcosa non è piaciuto a Scarlett Johansson.
Secondo i legali dell’attrice che hanno promosso la causa presso la Corte Suprema di Los Angeles nei giorni scorsi, la Disney sarebbe venuta meno ai propri obblighi contrattuali rendendo disponibile il lungometraggio anche sulla propria piattaforma di streaming Disney+ (attraverso il pagamento di un costo aggiuntivo definito “Accesso VIP”).
Quando l’interprete di Black Widow aveva siglato gli accordi per le proprie prestazioni artistiche era stato specificato chiaramente che il film sarebbe stato diffuso solo nei cinema, tuttavia nel periodo in cui questi fatti avvenivano non si sospettava nemmeno lontanamente il verificarsi di una pandemia e di lockdown così prolungati.
Il problema, sempre secondo i legali dell’attrice, è che il compenso della Johansson è stato calcolato solo sugli introiti guadagnati con l’uscita nelle sale. Degli incassi derivanti dall’Accesso VIP lei non ha avuto alcuna percentuale, per tale ragione si è deciso di citare in giudizio la compagnia di Topolino.
La vicenda è quantomeno triste, soprattutto se si pensa che questo doveva essere il canto del cigno per chiudere la narrazione su uno dei personaggi più amati dell’intero Marvel Cinematic Universe. La risposta al box office, seppur inferiore rispetto ad altri film usciti in periodi sicuramente meno problematici, è stata largamente sopra alle aspettative, a dimostrazione della voglia dei fan di tornare nelle sale.
Solo nel primo weekend Black Widow ha incassato 80 milioni di dollari dalla programmazione in Nord America che, vista l’attuale situazione sanitaria, può essere considerato un vero e proprio record. Già nel secondo weekend, però, gli incassi si sono ridotti del 68% (un evento più che normale secondo gli analisti), e secondo i legali dell’attrice una delle motivazioni che ha contribuito al calo degli introiti è proprio l’aver reso disponibile il titolo anche in streaming.
Disney ha dichiarato che nel primo mese dopo l’uscita il film ha incassato oltre 320 milioni di dollari dai botteghini di tutto il mondo, mentre dagli accessi VIP la compagnia avrebbe guadagnato “solo” 60 milioni. Scarlett Johansson ha però richiesto una compensazione per i mancati guadagni dovuti a questa pratica, secondo lei scorretta, citando altri casi simili come Wonder Woman 1984 e King Richard per legittimare le sue pretese.