Ebbene si, l’anime dedicato al wrestler super eroe sfigato Kinnikuman spegne quest’anno la sua quarantesima candelina. Forse non tutti lo conosceranno, ma si tratta di uno dei titoli più apprezzati nel Sol Levante dagli anni ’70 ad oggi. È ritenuto da molti un prodotto ancora di nicchia, ma la storia facile da seguire e la comicità unica che lo contraddistinguono hanno contribuito a renderlo un cult dell’animazione giapponese.
Suguru Kinniku, alias Kinnikuman è un protagonista decisamente non convenzionale. A differenza degli eroi che siamo abituati a conoscere, lui è uno sfigato, un fifone, un borioso e un vigliacco, un po’ come Mr. Satan in Dragon Ball, insomma. Tuttavia, appartiene ad una stirpe reale di alieni, abitanti del pianeta Kinniku, ma per un errore (i genitori lo hanno confuso con un maialino) è stato abbandonato sulla Terra.
Qui il nostro protagonista diventa un super eroe wrestler e decide di affrontare innumerevoli sfide pur di far valere il suo diritto al trono e spodestare così il maiale usurpatore. Si, avete capito bene, il suo acerrimo nemico è il maialino che gli ha rubato la vita. Ciò dovrebbe far capire il tono ilare dell’opera, caratterizzato dal no sense tipico di altri titoli più conosciuti.
L’idea originale per il personaggio è venuta a due studenti, amici d’infanzia, che alle superiori si sono chiesti come sarebbe stato raccontare le vicende di un “eroe” tanto controverso e atipico. È così che nel 1979 Takashi Shimada (sceneggiatore) e Yoshinori Nakai (disegnatore) hanno pubblicato sulla rivista Shueisha i primi capitoli di un’opera che li avrebbe resi molto famosi.
L’inaspettato successo del manga ha condotto, come spesso succede, anche ad una trasposizione anime prodotta da Toei e trasmessa per la prima volta il 3 aprile del 1983 su Nippon Television. Complice anche il successo in quegli anni di Tiger Mask (l’Uomo Tigre), è stato possibile per la Toei acquisire i diritti e lavorare su una serie di wrestling molto più soft e divertente.
Lo show si è arricchito di personaggi nel corso del tempo e ha spopolato in Giappone, dove tutt’ora è ancora molto apprezzato dopo ben quarant’anni. Si tratta di un fenomeno che è entrato a far parte a tutti gli effetti della cultura nipponica, arrivando addirittura ad ispirare mostri sacri del disegno, sportivi, e tantissimi altri volti noti.
Oltre ad essere una bellissima opera comica, Kinnikuman è caratterizzato anche da importanti messaggi morali, primo fra tutti il potere dell’amicizia. Crescere attraverso i rapporti interpersonali può sembrare scontato per noi occidentali, ma per un popolo emotivamente riservato come quello giapponese, queste tematiche hanno significato davvero molto.